
Sfidando una fila degna dei Musei Vaticani, un freddo venerdì di novembre mi sono infiltrata nella Platoon Kunsthalle – ingresso: 2 euris – per partecipare al Pojangmacha, evento che una volta al mese celebra lo street food proveniente dalla Corea.
Che cosa sapevo del cibo coreano prima di entrare? Poco e niente: le uniche persone con cui mi è capitato di parlarne insistevano col dire che fosse piccante ai limiti dell’umanamente sopportabile. Ho voluto quindi testare con le mie papille quanto fosse esatta questa informazione in maniera assolutamente scientifica, ovvero provando una serie di piatti a caso da bancarelle a caso. In realtà l’unico criterio più o meno serio che ho seguito è stato quello di evitare pietanze troppo occidentalizzate come l’hamburger o la crêpe.
Cominciamo!

Costolette di maiale glassate alla salsa di soia
Livello piccante: 1
Niente da dire: saporite, gustose, condite al punto giusto, tenerissime. In questo caso leccarsi le dita – o cercare disperatamente dei fazzoletti – è d’obbligo.

Bimbumbam, altrimenti noto come bibimbap col tofu
Livello piccante: 3
Ho ragione di credere che questo sia un piatto tipico coreano, avendolo adocchiato in altri ristoranti della stessa nazione. Un po’ come nel chirashi giapponese, anche qui c’è un fondo di riso bianco con un topping di verdure varie, fresche o marinate, insieme a un uovo fritto occultato sotto la superficie. Qui la nota piccante è data dal kimchi, ovvero verdure fermentate con spezie e peperoncino. Dal momento che il riso è neutro di per sé, il kimchi lo accompagna alla perfezione.
Nota: la bancarella dove ho preso questo piatto era quella con i cuochi più simpatici 😉

IL MALE
Livello piccante: infinito
Ecco, parlavamo di kimchi, e questo piatto ne offre una bella dose sostanziosa. Il tofu – dal vago aroma di calzino usato – ha la funzione che in Italia ha il pane con cui ci si strafoga quando si ingoia inavvertitamente il peperoncino nascosto dentro gli spaghetti. Sì, perchè questo kimchi fa apparire persino la ‘nduja calabrese come un’innocua marmellatina da spalmare per colazione. La degustazione apre i pori della pelle più di una sauna finlandese e fa piangere come la più fetente delle cipolle. Coreani, vi ammiro, ma io non ce la posso fare!

Dessert
Livello piccante: 0 (almeno questo)
Pesciolino di simil-pancake ripieno alla marmellata di fagioli dolci – buonino ma dimenticabile.
In conclusione: Pojanmacha è sì il solito evento gastro-fighetto di Prenzlauer Berg dove troverete gente che si fa selfie bevendo Moscow Mule (e i piatti costano tutti tra i 5 e i 6 euro), ma è anche un modo interessante di tentare un approccio col cibo coreano e mettere alla prova la tempra del vostro palato. Un vero battesimo di fuoco.

Quando: prossimo evento il 4 dicembre dalle 18:00 in poi
Facebook: Pojangmacha
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